Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto l'8 marzo 2023. L'articolo è stato ri-pubblicato il dicembre dello stesso anno nel numero speciale come uno dei migliori articoli dell'anno. L'articolo presenta diverse tematiche curiose: la rappresentazione artistica dei genitali di Gesù; la tradizione dell'Adamo evirato; il tema dell'Ostentatio Genitalium (la rappresentazione di un Gesù con una vistosa erezione a scopo simbolico); il tema della vagina Christi e altre femminilizzazioni della figura di Gesù; l'attenzione ossessiva per lo stato dei genitali di Maria nella letteratura (...) apocrifa; una rappresentazione sessualmente ambigua di Gesù. Nel complesso, emerge la possibilità di fondare teologicamente un discorso sulla sessualità. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su l'Indiscreto il 23 ottobre 2024. Rappresenta il secondo capitolo di un testo che cercherà di fare una rapida panoramica su otto settori della filosofia analitica. Si presentano le teorie epistemiciste e si analizzano le più celebri argomentazioni connesse: il paradosso di Fitch, la Terra Gemella, il Brain in a Vat, il Model-Theoretic Argument Against Realism. Infine, si accenna rapidamente al deflazionismo e ad un possibile modello pluralista.

Aspetti filosofico-matematici dei celebri paradossi di Zenone di Elea.

Il presente elaborato è stato sviluppato come tesina per la laurea triennale il lettere moderne presso l'Università Ca' Foscari, con relatore la prof. Patrizia Solinas. Non è più stata discussa in quanto non avevo i soldi per pagarmi gli studi. L'elaborato inizia esponendo i principi della filosofia del linguaggio di Grice, in particolare le massime pragmatiche e, di conseguenza, le implicature. Si presentano quindi alcune teorie pragmatiche alternative, quali la Relevance Theory e il calcolo delle implicature scalari tramite l'operatore di (...) esaustificazione. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 13 aprile 2022. Le opere d'arte sono analizzabili semioticamente: sono qualcosa che sta per qualcos'altro, oggetti che comunicano del significato. Analizzando le loro proprietà, concludo che le opere d'arte, per definizione, sono a metà via tra le icone e i simboli, e sono caratterizzate da un doppio rimando: l'oggetto artistico rimanda ad una qualche entità, che a sua volta viene reinterpreata e usata per comunicare qualcosa di universale. Si discute quindi l'aspetto cognitivo dell'opera d'arte: (...) posto davanti all'opera, il fruitore accede a reti di concetti che costituiscono la sua esperienza estetica. Poiché quali reti di concetti il fruitore esperirà dipende essenzialmente dalle caratteristiche proprie del fruitore stesso, ne consegue che la critica dovrebbe concentrarsi, non sulle caratteristiche delle opere, ma sui modi in cui tali caratteristiche possono interagire con diverse tipologie di fruitori. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su Club Theologicum il 12 dicembre 2022. La prima sezione collega il problema dell'identità personale al paradosso delle sorite. La seconda approfondisce il problema, rifacendosi agli esperimenti mentali di Parfit in Ragioni e Persone. Si conclude sposando un ecceitismo coerente con la teologia cristiana. La terza parte espone alcune argomentazioni tipiche di filosofia della mente per analizzare la possibilità di assegnare una soggettività a una macchina. Nella quarta parte, concludo sottolineando i più comuni dilemmi etici legati all'intelligenza (...) artificiale, come il facilitare il ricorso all'opzione militare nella risoluzione delle controversie internazionali. (shrink)

Bozza di articolo non publicato. Il motivo è che era stato pensato nel contesto della polemica di Agamben e Cacciari sul green pass, ma la mia rivista di fiducia non riusciva a pubblicarlo in tempi sufficientemente brevi. Nel frattempo, tale articolo è stato superato dal mio "Il divario analitico-continentale", pubblicato su l'Indiscreto. Questa bozza fa una panoramica sul fenomeno del pragmatismo italiano (Vailati, Calderoni, Papini, Prezzolini…), sottolinea le somiglianze tra pragmatismo e filosofia analitica, e i contrasti con la filosofia continentale. (...) Si fa il paragone tra la polemica di Cacciari-Agamben e il Sokal Affair. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato in Club Theologicum il 22 settembre 2023. Si tratta di una risposta a diversi articoli del noto teologo Giovanni Cavalcoli, OP. Cavalcoli offre una semplice argomentazione a favore dell'idea che l'esistenza di vita extraterrestre sia incoerente con la dottrina della Chiesa Cattolica. Mostro come tale argomentazione parta da delle premesse errate. In primo luogo, mostro come i documenti a cui Cavalvoli si appella non sono coperti da infallibilità. In secondo luogo, mostro come la presupposizione della connessione tra (...) discendenza biologica e trasmissione della natura non sia necessaria e anzi sia un fraintendimento di tali concetti. In terzo luogo, elenco varie fonti della tradizione, dal medioevo al secolo presente, che difendono la coerenza teologica dell'esistenza di vita extraterrestre. Concludo proponendo una soteriologia che rende merito della possibile esistenza di vita extraterrestre. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 17 maggio 2024. Si tratta del primo di una serie di articoli che verranno raccolti come opera di divulgazione sulla filosofia analitica. Ripercorro la storia del divario analitico-continentale. Si possono individuare due principali forze dietro la filosofia continentale: la prima è quella di Heidegger (manifesta nella fenomenologia, nell'ermeneutica e nell'esistenzialismo), la seconda è quella di Marx (manifesta nella teoria critica e nel poststrutturalismo). Si individuano quindi quattro distinzioni tipiche tra la tradizione continentale e quella (...) analitica; si individuano però anche loro continue eccezioni. Inevitabilmente, si conclude che la distinzione è debolmente fondata. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 21 dicembre 2022. Immaginiamo che i diversi numeri sull'asse delle ascisse rappresentino diverse domande alle quali posso rispondere. I diversi numeri sull'asse delle ordinate, quindi, rappresenteranno diverse possibili risposte ad una certa domanda. Un punto, con le sue due coordinate, rappresenta una certa risposta ad una certa domanda. Una religione può allora essere rappresentata come un insieme di punti. Diverse religioni potrebbero entrare in contrasto dando risposte diverse ad una stessa domanda; potrebbero però anche (...) rispondere a domande diverse, o dare le stesse risposte alle medesime domande. Supponiamo che una religione sia caratterizzata dai punti {a, b, c}, e un'altra dai punti {b, d, e}: cosa impedisce ad un credete di sposare entrambe le religioni, credendo nel sistema {a, b, c, d, e}? In effetti, nulla. Nel presente articolo, sottolineo le somiglianze tra diverse religioni, suggerendo che gli approcci mistici (anziché quelli dogmatici) spingono ad una naturale unità. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su Immoderati il 10 novembre 2021. Inizio analizzando i criteri di legittimità dell'eutanasia normalmente accettati nella discussione etica filosofica. Passo quindi alle argomentazioni teologiche contro l'eutanasia e il suicidio (dalla Summa di Tommaso), e sottolineo come la morte non possa mai essere detta migliore della vita. Mostro però l'esistenza di varie eccezioni, e come invece la dottrina del doppio effetto possa legittimare l'eutanasia. Concludo che, anche se il cristiano può voler rifiutare ogni possibilità d'eutanasia, ciò non implica (...) l'opposizione ad una legislazione in merito, che al contrario è coerente con l'insegnamento dei padri. (shrink)

Bozza di un articolo mai pubblicato. Originariamente pensato per la rivista Immoderati, non è più stato pubblicato a causa del passaggio della rivista al gruppo Liberi Oltre le Illusioni, oltre che alla cessazione della polemica che aveva motivato la stesura dell'articolo. Nella prima parte, analizzo il ruolo dell'omosessualità nella Lettera di Giuda, nel Levitico (per la quale si prevede la pena capitale) e nella Lettera ai Romani. Nella seconda, analizzo i giudizi dei Padri della Chiesa e alcune razionalizzazioni filosofiche della (...) condanna dell'omosessualità. Concludo che il canone Biblico di per sé non contiene alcuna condanna esplicita dell'omosessualità com'è oggi intesa, mentre tali condanne sono effettivamente presenti nella tradizione di pensiero recente. Ciò lascia comunque uno spazio di manovra che può consentire ai fedeli omosessuali di vivere con serenità la propria condizione nella Chiesa. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato nella rivista l'Indiscreto il 1 settembre 2021. Riccardo Manzotti è uno dei più originali filosofi della mente in Italia. La sua teoria, per la quale mondo e mente sono identici, può ricordare il nuovo realismo di Edwin B. Holt. Come ogni filosofo, però, Manzotti ha anche molte idee: in epistemologia, etica, e negli altri àmbiti della metafisica. In questa intervista, ho voluto andare oltre la sua nota teoria sulla mente, per mostrare gli altri aspetti della sua filosofia.

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 6 ottobre 2021. Il ragionamento dello scienziato e quello del mistico paiono essere agli antipodi. Seguendo un noto paragone di Badcock, lo scienziato tende a ipomentalizzare (interpreta come un meccanismo anche ciò che ha esprienze soggettive), il mistico a ipermentalizzare (assegna una volontà anche a ciò che non ha una mente). Eppure, in alcuni personaggi famosi, questi due diversi modi di pensare si fondono, rivelando una possibile unità tra i due modi di vedere il (...) mondo. Badcock immagina che Newton tendesse prima a ipermentalizzare (da cui la grande creatività) e poi a ipomentalizzare (per riportare i sogni entro i limiti della razionalità). Io propongo l'ipotesi che certi scienziati-mistici come Swedenborg attuassero un processo opposto, prima ipomentalizzando, e poi ipermentalizzando. (shrink)

Questo articolo divulgativo è stato pubblicato il 24 marzo 2021 sulla rivista l'Indiscreto. Le waifu sono personaggi di opere di finzione, per lo più anime, verso i quali molti giovani maschi provano una forta attrazione, fino all'ossessione. Perché delle opere di fantasia suscitano tali sentimenti, che sembrano presupporre il trattare gli eventi osservati come se fosser reali? Questo è il paradosso della fiction. In un certo senso, la teoria della controparte di D. K. Lewis potrebbe essere utilizzato per affermare che, (...) in effetti, i personaggi delle opere di finzione sono reali. Alla fine, però, rifiuto tale interpretazione, sostenendo, invece, che i personaggi di finzione sono versioni alternative di persone reali, e che i sentimenti che si provano sono rivolti a tali persone reali, o comunque a chi può aver realmente vissuto eventi analoghi. (shrink)

Nel 2020, al fine di chiarirmi le idee sulle mie stesse posizioni filosofiche, ho iniziato a scrivere un libro che esponesse e valutasse le maggiori argomentazioni connesse a diverse questioni filosofiche. Lo condivido come bozza in quanto non intendo più modificarlo, e i suoi capitoli stanno venendo rielaborati e pubblicati in parte come articoli divulgativi, in parte come articoli scientifici. Il primo capitolo presenta varie scuole filosofiche e si concentra sulla tradizione analitica. Il secondo presenta il settore della teoria della (...) verità. Il terzo, la teoria della giustificazione. Il quarto, l'etica normativa. Il quinto, la metaetica. Il sesto, la filosofia dell'identità e dello spaziotempo. Il settimo, la filosofia del libro arbitrio. L'ottavo, la filosofia della matematica. Il nono, la filosofia della mente. I capitoli 1, 2, 3, 4 e 5 sono essenzialmente completi, pur mantenendo molte ingenuità giovanili (la loro riscrittura per la pubblicazione ha infatti necessitato molte specificazioni). I capitoli 6, 7 e 8 pure sono essenzialmente completi, ma mancano della bibliografia per le "letture consigliate". Il nono capitolo, invece, è rimasto come semplici appunti e richiederebbe una riscrittura profonda. Cose buone che si trovano in questo testo: quelle che ritengo essere le più semplici (ma rigorose) introduzioni ai teoremi di incompletezza di Goedel e ai paradossi EPR. (shrink)

A NEW, ORIGINAL GIORDANO BRUNO'S AUTOGRAPH, IN THE PRAGUE'S COPY OF CAMOERACENSIS ACROTISMUS. Extract from "The dispute of Cambrai. Camoeracensis Acrotismus" edited by Guido del Giudice, publ. Di Renzo, Rome 2008.

È appena uscito, aprile 2014, Giordano Bruno, Contro i matematici, a cura e tradotto da Guido del Giudice, anche questo testo è edito da Di Renzo Editore. Sono ormai molti anni che l‟autore si dedica all‟opera e alla vita del Nolano, l‟ultima fatica risale al 2012 e dopo poco più di un anno ci consegna un altro capitolo della sua ricerca e riscoperta intorno la figura del filosofo di Nola.

In this paper I outline a theory of legitimacy that grounds the state’s right to rule on a natural duty not to harm others. I argue that by refusing to enter the state, anarchists expose those living next to them to the dangers of the state of nature, thereby posing an unjust threat. Since we have a duty not to pose unjust threats to others, anarchists have a duty to leave the state of nature and enter the state. This duty (...) correlates to a claim-right possessed by those living next to them, who also have a right to act in self-defence to enforce this obligation. This argument, if successful, would be particularly attractive, as it provides an account of state legitimacy without importing any normative premises that libertarians would reject. (shrink)

Just war theory is currently dominated by two positions. According to the orthodox view, provided that jus in bello principles are respected, combatants have an equal right to fight, regardless of the justice of the cause pursued by their state. According to “revisionists” whenever combatants lack reasons to believe that the war they are ordered to fight is just, their duty is to disobey. I argue that when members of a legitimate state acting in good faith are ordered to fight, (...) they acquire a pro-tanto obligation to obey which does not depend for its validity on the justice of the cause being pursued. However, when the war is unjust, this obligation may be overridden, under certain conditions, by the obligation not to contribute to the unjustified killing of innocents. This is because the pro-tanto force of the duty to obey the law is best understood in terms of “presumptive”, rather than “exclusionary” reasons for action. This approach captures the insights of both the orthodox and the revisionist view, while avoiding the problems that afflict each of them. (shrink)

In an effort to produce new and more sustainable technologies, designers have turned to nature in search of inspiration and innovation. Biomimetic design (from the Greek bios, life, mimesis, imitation) is the conscious imitation of biological models to solve today's technical and ecological challenges. Nowadays numerous different approaches exist that take inspiration from nature as a model for design, such as biomimicry, biomimetics, bionics, permaculture, ecological engineering, etc. This variety of practices comes in turn with a wide range of different (...) promises, including sustainability, increased resilience, multi-functionality, and a lower degree of risk. How are we to make sense of this heterogeneous amalgam of existing practices and technologies, and of the numerous promises attached to them? We suggest that a typology of biomimetic approaches would provide a useful hermeneutic framework to understand the different tensions that pull this variegated landscape in different directions. This is achieved through a critical analysis of the literature in different fields of biomimetic design and the philosophy of biomimicry, in order to derive conceptual and normative assumptions concerning the meaning and value of the imitation of nature. These two dimensions are then intersected to derive an analytical grid composed of six different biomimetic types, which enable the classification of existing and possible biomimetic approaches, practices, and technologies according to their specific conceptual assumptions and guiding norms. (shrink)

Sleep and dreaming are important daily phenomena that are receiving growing attention from both the scientific and the philosophical communities. The increasingly popular predictive brain framework within cognitive science aims to give a full account of all aspects of cognition. The aim of this paper is to critically assess the theoretical advantages of Predictive Processing (PP, as proposed by Clark 2013, Clark 2016; and Hohwy 2013) in defining sleep and dreaming. After a brief introduction, we overview the state of the (...) art at the intersection between dream research and PP (with particular reference to Hobson and Friston 2012; Hobson et al. 2014). In the following sections we focus on two theoretically promising aspects of the research program. First, we consider the explanations of phenomenal consciousness during sleep (i.e. dreaming) and how it arises from the neural work of the brain. PP provides a good picture of the peculiarity of dreaming but it can’t fully address the problem of how consciousness comes to be in the first place. We propose that Integrated Information Theory (IIT) (Oizumi et al. 2014; Tononi et al. 2016) is a good candidate for this role and we will show its advantages and points of contact with PP. After introducing IIT, we deal with the evolutionary function of sleeping and dreaming. We illustrate that PP fits with contemporary researches on the important adaptive function of sleep and we discuss why IIT can account for sleep mentation (i.e. dreaming) in evolutionary terms (Albantakis et al. 2014). In the final section, we discuss two future avenues for dream research that can fruitfully adopt the perspective offered by PP: (a) the role of bodily predictions in the constitution of the sleeping brain activity and the dreaming experience, and (b) the precise role of the difference stages of sleep (REM (Rapid eye movement), NREM (Non-rapid eye movement) in the constitution and refinement of the predictive machinery. (shrink)

This paper addresses a fundamental line of research in neuroscience: the identification of a putative neural processing core of the cerebral cortex, often claimed to be “canonical”. This “canonical” core would be shared by the entire cortex, and would explain why it is so powerful and diversified in tasks and functions, yet so uniform in architecture. The purpose of this paper is to analyze the search for canonical explanations over the past 40 years, discussing the theoretical frameworks informing this research. (...) It will highlight a bias that, in my opinion, has limited the success of this research project, that of overlooking the dimension of cortical development. The earliest explanation of the cerebral cortex as canonical was attempted by David Marr, deriving putative cortical circuits from general mathematical laws, loosely following a deductive-nomological account. Although Marr’s theory turned out to be incorrect, one of its merits was to have put the issue of cortical circuit development at the top of his agenda. This aspect has been largely neglected in much of the research on canonical models that has followed. Models proposed in the 1980s were conceived as mechanistic. They identified a small number of components that interacted as a basic circuit, with each component defined as a function. More recent models have been presented as idealized canonical computations, distinct from mechanistic explanations, due to the lack of identifiable cortical components. Currently, the entire enterprise of coming up with a single canonical explanation has been criticized as being misguided, and the premise of the uniformity of the cortex has been strongly challenged. This debate is analyzed here. The legacy of the canonical circuit concept is reflected in both positive and negative ways in recent large-scale brain projects, such as the Human Brain Project. One positive aspect is that these projects might achieve the aim of producing detailed simulations of cortical electrical activity, a negative one regards whether they will be able to find ways of simulating how circuits actually develop. (shrink)

Vera Zasulich’s shooting of Trepov, a governor of St Petersburg who had ordered the flogging of a political prisoner, in January 1878, catapulted her to international fame as a revolutionary heroine, a reputation that she put to good use by becoming one of the five ‘founding parents’ of Russian Marxism that created the ‘Group for the Emancipation of Labour’ in 1883. But her act of self-sacrifice also triggered, to her dismay, the institutionalisation of individual terrorist tactics in the Russian Populist (...) movement with the creation of the ‘People’s Will’ (Narodnaya Volya) Party in 1879. The organisation went into decline after the killing of Tsar Alexander II in 1881, and Populism itself was increasingly superseded by Marxism as the hegemonic force on the left with the rise of the Russian Social Democratic Labour Party (RSDLP). But individual terrorist tactics reappeared with the creation of the Socialist Revolutionary Party in 1902, prompting Zasulich to write an article for Die neue Zeit, the theoretical organ of German Social Democracy, in which she both condemned the Neo-Populist tendency as deleterious to the rising labour movement and supported the organisational plans for the RSDLP sponsored by the Iskra group, developed at length by Lenin in his book What Is to Be Done?, published in March 1902. This article provides the background to Vera Zasulich’s article ‘The Terrorist Tendency in Russia’ (December 1902), setting it against the history of the Russian revolutionary movement from 1878 to 1902. (shrink)

This paper represents a counterreply to “A rejoinder to Alessio Gava’s ‘Van Fraassen, a inferência da melhor explicação e a Matrix realista’”, by Minikoski and Rodrigues da Silva, released in Problemata (v. 12, n. 2, 2021). The authors originally published an essay in the same journal, “Van Fraassen and inference to the best explanation” (2016), the object of critic - ‘friendly and gentle’ - in a work of mine that also appeared in Problemata, in 2019. In this paper I (...) will show that, even when the subject matter is the inference to the best explanation, realists and antirealists end up debating about the same old topics, that represent the essence of the controversy between the two philosophical stances. (shrink)

In order to defend his controversial claim that observation is unaided perception, Bas van Fraassen, the originator of constructive empiricism, suggested that, for all we know, the images produced by a microscope could be in a situation analogous to that of the rainbows, which are ‘images of nothing’. He added that reflections in the water, rainbows, and the like are ‘public hallucinations’, but it is not clear whether this constitutes an ontological category apart or an empty set. In this paper (...) an argument will be put forward to the effect that rainbows can be thought of as events, that is, as part of a subcategory of entities that van Fraassen has always considered legitimate phenomena. I argue that rainbows are actually not images in the relevant (representational) sense and that there is no need to ontologically inflate the category of entities in order to account for them, which would run counter to the empiricist principle of parsimony. (shrink)

Discutindo acerca das centenas de detecções de planetas extrassolares, que supostamente aconteceram desde 1989 e que ele considera (incorretamente) como instâncias de observações, Peter Kosso disse, justamente, que segundo os parâmetros de Bas van Fraassen esses objetos celestes seriam observáveis. Ora, tais astros poderiam sem dúvida ser observados diretamente (sem a necessidade de instrumentos), nas condições apropriadas. Mas, acrescenta Kosso, “esse tipo de epistemologia externalista, que permite que a justificação se baseie em informação que não temos a disposição (nós não (...) estamos em condição de ver planetas extrassolares a olho nu [atualmente]), não ajuda a decidir quais particulares afirmações científicas garantem a crença” (Kosso 2006, 225, nota 1). Van Fraassen provavelmente incorre em uma petição de princípio não muito diferente daquelas que ele muitas vezes desmascarou em textos de autores realistas, quando apela para o fato de o objeto detectado ser observável, para atribuir o estatuto de ‘observação’ a uma certa detecção. O ponto é, mais uma vez, entender o que vale como observação, particularmente quando isso envolve o uso de algum instrumento. Endossar aquilo que Otávio Bueno chama de ‘padrão internalista’ parece garantir solidez à qualificação de determinadas ações como observações. Uma das principais consequências dessa adoção é que tal critério, não operando nenhuma distinção relevante entre detecções ‘diretas’ e detecções mediadas por instrumentos, permite que a linha que separa observáveis e inobserváveis seja traçada de maneira diferente de como van Fraassen acredita que deveria ser, abarcando, entre os observáveis, mais (tipos de) entidades do que esse parece estar disposto a admitir. (shrink)

The concept of observability is of key importance for a consistent defense of Constructive Empiricism. This anti-realist position, originally presented in 1980 by Bas van Fraassen in his book The Scientific Image, crucially depends on the observable/unobservable dichotomy. Nevertheless, the question of what it means to observe has been faced in an unsatisfactory and inadequate manner by van Fraassen and this represents an important lacuna in his philosophical position. The aim of this work is to propose a characterization of the (...) act of observation able to give the necessary support to the ‘rough guide’ of ‘observable’ that can be found in the aforementioned book. Countering van Fraassen’s own statements, that observability is not a matter for philosophy, but for scientific inquiry only, we maintain that any attempt to deal with this subject by the philosophers is legitimate. We will show that van Fraassen ended up doing a philosophical analysis of observation himself, albeit in a fragmentary way. We believe that this question should be dealt with methodically, though, ‘following the rules’ of a ‘proper’ philosophical analysis, as we attempted to do in this work. We will propose a way of conceiving the act of observation, different from van Fraassen’s one, that can help not only to ground the distinction between observable and unobservable, upon which Constructive Empiricism rests, but to get this anti-realist position closer to scientific practice as well, which is one of its desiderata. Without neglecting the philosophical dimension of the issue, though. However, this proposal does not represent an ad hoc ‘solution’ for Constructive Empiricism, but a characterization aspiring to have a universal reach. (shrink)

This book discusses fundamental topics on contemporary Ockhamism. The collected essays show how contemporary Ockhamism can impact areas of research such as semantics, metaphysics and also the philosophy of science. In addition, the volume hosts one historian of Medieval philosophy who investigates the way in which William of Ockham “in flesh and bone” construed time and, more generally, future contingency. The essays explore the different meanings of this theory. They cover three main topics, in particular. The first examines the thesis (...) that sentences and propositions about the future have a definite truth value, without any ensuing commitment to determinism or fatalism. The second topic looks at the problem whether the branching-time model needs to countenance a privileged branch (the so-called Thin Red Line). Finally, the third topic considers the idea that there are so-called soft facts. These would be the subject matter of sentences and propositions verbally about the present or the past, but metaphysically about a later time, and which might change in the future. Overall, the book provides an updated and rigorous idea of the debate about Ockhamism. It gives readers a deeper understanding into this philosophical approach influenced by William of Ockham, characterized by the rejection of the Aristotelian idea that, in order to preserve the contingency of the future, future contingents must be deemed neither true nor false. (shrink)

Review of: "Further Chaos and Dysfunction in the Brickyard and the Systems That Support It".

En Electromecánicas IV, – Despliegue y activación de un espacio-tiempo barroco, Mónica Salinero socióloga y Renzo Filinich artista, se sumergen en el trabajo de análisis de la obra de Raúl Díaz, “Electromecánicas IV, poniendo en valor la diferencia conceptual y la diversidad del universo latinoamericano como espacio de creación situado. Inspirados en las teorías de Bolivar Echevarria, discuten la complejidad simbólica que rodea a esta experiencia estética, deteniéndose en los valores y funciones que se encuentran dentro del espectro cultural (...) andino que la contiene. El relato persigue desentrañar el armazón de pensamiento que alumbra el proceso de creación, cuando la puesta en marcha de dispositivos obsoletos, se vuelve metáfora de intervención local, sobre una reciclada y reconvertida tradición occidental, que representa la idea de Modernidad barroca. (shrink)

This essay unfolds on the fundamental question that invariably dominates today's discussions, about new technology and its ability to have a transformative effect in all areas of contemporary life and in human beings themselves. Obviously, the true qualitative novelty of the technological advances that occur before our eyes lies not only in the emergence of new artistic practices related to one or another scientific research. Its essence consists in the fact that these practices, when interacting with each other, begin to (...) generate a complicated systemic integrity, a new space of human existence. The effect of this symbiosis can be seen in the full use of knowledge about the foundations of living and non-living matter, as well as in the knowledge of the physical nature of the human being. On the other hand, those powerful technologies that have so far changed, for the most part, the world around us, now turn to human and non-human beings. With all that said, the question arises: How does the technologization and computerization of cultural techniques change the nature of knowledge and the affection of being with others (people, things, animals)? (shrink)

Some of the manuscripts once part of Giovanni Pico della Mirandola’s collection transmit autograph notes, which have been useful to reconstruct his library. A peculiar case is represented by the notes transmitted in a codex containing the Latin translation of Moses Maimonides’ Guide of the Perplexed. These notes are actual corrections to the translation made mostly on the basis of a comparison with the Hebrew text, while in some other cases they derive from a specific interpretation. The aim of this (...) paper is to present some characteristics of the textual revisions, in particular with reference to the Hebrew source. The palaeographic data demonstrate Pico’s direct involvement, which leads to the question of the authorship of these notes, namely if they were the result of an autonomous work or of a collaboration with some other scholar. (shrink)

El origen platónico de la mirada es una investigación sobre el orígenes de la Teoría de las Ideas, a partir del análisis de los términos εdoς e ἰδέα a partir de la búsqueda de la definición. Esta investigación tienen como objetivo el análisis de aquellos principales pasajes en los cuales Platón emplea εdoς e ἰδέα para referirse a la forma o carácter común a una multiplicidad, siendo este carácter el requisito fundamental para lograr la definición de un término moral: ¿cómo (...) Platón va desarrollando una especificación del sentido y aplicación de estos términos, caracterizando la búsqueda de una definición, es decir, la búsqueda de un discurso unitario en oposición a la enumeración de ejemplos típica de una multiplicidad de casos? Para tal propósito este estudio se centró en tres diálogos: Eutifrón (5d1-4), Menón (72c) y Crátilo (389b)- siendo estos tres textos en su conjunto la columna vertebral de la tesis. El origen platónico de la mirada, es el estudio del alcance de estos términos a partir de los diálogos mencionados; indaga cómo la búsqueda de la definición de la piedad en el Eutifrón marca el inicio de una problemática que Platón desarrolla en el Menón y que, a nuestro parecer, llega a un punto determinante en el Crátilo. Estamos hablando de la tematización de εdoς e ἰδέα como un camino que nos conduce, a través de la oposición entre el carácter común y la multiplicidad, a la distinción entre doxa y episteme. Esta investigación está dirigida, a partir de los tres pasajes mencionados anteriormente, al estudio de la reflexión platónica sobre el carácter común, es decir, cómo y por qué es que se va desarrollando en el pensamiento platónico una preocupación por profundizar la distinción, y cómo es que se va elaborando ésta, entre dirigir nuestra atención al carácter común a una multiplicidad de acciones (como en el caso del Eutifrón y Menón) y la determinación de este mismo carácter en el Crátilo, como la lanzadera en sí en oposición a las lanzaderas particulares. En otras palabras, es el estudio de cómo el pensamiento platónico va especificando la distinción entre la búsqueda de la definición (del carácter común) y la realidad sensible (como el ámbito sujeto al movimiento y al cambio y, por tal razón, imposible de conocer). (shrink)

In juxtaposition with the myth and tragedy of Ovid’s Medea, this paper investigates the possibility within the Kantian conception of agency of understanding moral evil as acting against one’s better judgment. It defends the thesis that in Kant self-deception, i. e. the intentional untruthfulness to oneself, provides the fundamental structure for choosing against the moral law. I argue that, as Kant’s thought progresses, self-deception slowly proceeds to become the paradigmatic case of moral evil. This is discussed with regard to two (...) important topics in his later moral philosophy: the doctrine of radical evil and the crucial role of the duty of truthfulness in ethics. The inquiry into Kant’s theory of conscience unfolds both against this theoretical background and in light of its historical roots in the polemic against casuistry and probabilism. This contribution closes with a brief look at the tools Kant implements to counter this tendency to self-deception in moral judgment and particularly at the role casuistry plays within his conception of moral education. (shrink)

Articolo divulgativo pubblicato su L'Indiscreto il 15 dicembre 2021. Analizza alcune tematiche relative al rapporto tra religione e videogiochi prendendo quattro titoli esemplari.

This article explores the Foucauldian analysis of the linkage between temporality and politics, addressing mainly two loci of Foucault’s production: the assessment of the post-WWII ordoliberal experience in The Birth of Biopoliticsand the Iran reportage for “Corriere Della Sera”. The article emphasizes the relevance of Foucault’s assessment of ordoliberal Germany for contemporary studies on neoliberalism and inscribes Foucault in a wider tradition of thought on the relevance of history and temporality for the comprehension of political dynamics. In TBoB, Foucault offered (...) a prescient analysis of neoliberal temporality and its de-politicizing effects. In his view, ordoliberal theorists and politicians sought to ground political legitimacy in the economy itself, giving birth to a political-economic “double circuit” which did away with history and made political consensus “permanent” and automatic. The connection between neoliberalism, the re-structuring of state sovereignty, and temporality will be highlighted. Furthermore, by analyzingthe almost-coeval Iranian reportages and the eulogy for Clavel, the article further investigates Fou-cault’s reflection on the link between temporality, politics,and subjectivation processes. If the anal-ysis of ordoliberal temporality in TBoB describes a linkage between de-temporalization and de-politicization, the reportages will be highlighted as a possible “pars construens” –as a way to reinstate the possibility of political action through the appeal to different ways to experience tem-porality. The article concludes that Foucault’s sparse comments on temporality can be read as an attempt, albeit not fully developed, not only to envision the de-politicizing effects of marketization but also to envisage new, re-politicizing modes of experiencing temporality and history. (shrink)

In epoca medievale si è molto discusso su alcuni concetti chiave come prova o giustificazione. La teoria della prova contenuta nei trattati di logica medievale prende il nome tecnico di consequentia, che è un tipo di ragionamento fondato sul passaggio dalla concessione (o negazione) di uno o più enunciati denominati antecedenti alla concessione (o negazione) di uno o più enunciati denominati conseguenti. Questo tipo di teoria ha avuto un correlato a livello dei singoli termini che compongono l’enunciato all'interno della teoria (...) nota come suppositio terminorum. Prende, infatti, il nome di descensus, la regola che permette la verifica del passaggio da un termine maggiore (un termine comune) ad un termine minore (che denota individui). La stessa definizione di alcune ramificazioni della teoria della suppositio è col-legata alla possibilità di ammettere o meno il descensus cioè questa "discesa" da un termine comune ad una congiunzione o disgiunzione di termini singolari. Il presente lavoro intende descrivere la teoria del descensus come un tipo particolare di consequentia mostrandone le connessioni con le moderne tecniche logiche. I trattati che si affronteranno appartengono al XIV e al XV secolo, cioè ad un periodo caratterizzato da una sistemazione della materia che li rende confrontabili con un quadro teorico unitario. (shrink)

Advances in neuroscience implicate reentrant signaling as the predominant form of communication between brain areas. This principle was used in a series of masking experiments that defy explanation by feed-forward theories. The masking occurs when a brief display of target plus mask is continued with the mask alone. Two masking processes were found: an early process affected by physical factors such as adapting luminance and a later process affected by attentional factors such as set size. This later process is called (...) masking by object substitution, because it occurs whenever there is a mismatch between the reentrant visual representation and the ongoing lower level activity. Iterative reentrant processing was formalized in a computational model that provides an excellent fit to the data. The model provides a more comprehensive account of all forms of visual masking than do the long-held feed-forward views based on inhibitory contour interactions. (shrink)

In this paper I argue that there is an important anomaly to the causalist/compatibilist paradigm in the philosophy of action and free will. This anomaly, which to my knowledge has gone unnoticed so far, can be found in the philosophy of Harry Frankfurt. Two of his most important contributions to the field – his influential counterexample to the Principle of Alternate Possibilities and his ‘guidance’ view of action – are incompatible. The importance of this inconsistency goes far beyond the issue (...) of coherence within Frankfurt’s philosophy. I shall argue that this inconsistency represents an important anomaly within the causalist/compatibilist framework; so that we should start to seriously consider having to move on from the established paradigm. (shrink)

Il 2021 segna gli ottant’anni dalla nascita di Mario Perniola, uno dei massimi filosofi italiani del secondo dopoguerra. Questo volume raccoglie interventi che esplorano la sua opera mostrandone la fertilità e sottolineando al tempo stesso la prossimità delle sue idee con le principali sfide del nostro tempo. Dall’Italia al Brasile, passando per gli Stati Uniti, l’Irlanda, la Francia, il Belgio, il Messico e la Cina, gli autori si soffermano su temi che comprendono l’estetica, la politica, la teoria della comunicazione, i (...) queer studies, il pensiero rituale e religioso, la sessualità e la letteratura, restituendo la plurivocità e l’originalità di un filosofo di respiro internazionale e più che mai attuale. (shrink)

Many oppose the use of profile evidence against defendants at trial, even when the statistical correlations are reliable and the jury is free from prejudice. The literature has struggled to justify this opposition. We argue that admitting profile evidence is objectionable because it violates what we call “equal protection”—that is, a right of innocent defendants not to be exposed to higher ex ante risks of mistaken conviction compared to other innocent defendants facing similar charges. We also show why admitting other (...) forms of evidence, such as eyewitness, trace, and motive evidence, does not violate equal protection. (shrink)

This paper reconstructs Sartre’s account of the “circuit of ipseity” as an integral theory of the experiential, agentive and normative aspects of self-consciousness. At the core of this theory is a conception of human (self-)consciousness as lacking, and the correlation between lacking and ideal. In Section 1, I show how this theory manages to satisfy the apparently incompatible requirements generated by the idea of a pre-reflective cogito. Section 2 discusses practical self-consciousness, in particular the agent’s consciousness of herself as self-determined (...) in the projection and pursuit of ends, and how this is accounted for in Sartre’s theory by the correlation of lack and ideal. Section 3 first clarifies the Sartrean conception of the ideal by comparing it with Korsgaard’s, and then reconstructs Sartre’s account of practical normativity by showing how it can be read as emerging from a critical engagement with Heidegger. (shrink)

The literature on algorithmic fairness has examined exogenous sources of biases such as shortcomings in the data and structural injustices in society. It has also examined internal sources of bias as evidenced by a number of impossibility theorems showing that no algorithm can concurrently satisfy multiple criteria of fairness. This paper contributes to the literature stemming from the impossibility theorems by examining how informational richness affects the accuracy and fairness of predictive algorithms. With the aid of a computer simulation, we (...) show that informational richness is the engine that drives improvements in the performance of a predictive algorithm, in terms of both accuracy and fairness. The centrality of informational richness suggests that classification parity, a popular criterion of algorithmic fairness, should be given relatively little weight. But we caution that the centrality of informational richness should be taken with a grain of salt in light of practical limitations, in particular, the so-called bias-variance trade off. (shrink)

‘No-fault unbelief’ can be named the view that there are those who do not believe in God through no moral or intellectual fault of their own. This view opposes a more traditional one, which can be named ‘flawed unbelief’ view, according to which religious unbelief signals a cognitive or moral flaw in the non-believer. Since this charge of mental or moral flaw causes a certain uneasiness, I oppose the former view, i.e. ‘no-fault unbelief’, with a strategy that has nothing to (...) do with the latter. I assume that ‘no-fault unbelief’ is correct and show what consequences follow for both unbelievers and believers. I conclude that the assumption in question is superficially beneficial but deeply detrimental to unbelievers, and by contrast, it is superficially detrimental and deeply beneficial to believers. (shrink)